Biševo

È stata costruita verso la metà dell’XI secolo dal sacerdote Ivan Gaudijev Grlić che l’ha affidata in gestione ai benedettini delle Isole Tremiti. La chiesa di San Silvestro è stata costruita in stile preromanico, però la sua forma cambiava nel corso dei secoli, cioè nel XVII e XX secolo. In quel periodo i benedettini si sono insediati sull’isola di Busi e hanno eretto il loro monastero nelle vicinanze della chiesa. In questa chiesa è conservato uno dei più antichi quadri della Madonna in Dalmazia, un’opera d’arte della pittura protoveneziana del XIII secolo (1220), la Madonna di Busi. Oggi il quadro è conservato nella cattedrale di Santo Stefano nella città di Lesina.

La batteria è un’unità militare d’artiglieria composta da attrezzatura d’artiglieria. Comprende 50-60 militari e da 3 a 6 pezzi di armi di artiglieria. Sul promontorio di Gatula è stata costruita una batteria costiera di tipo stazionario con 4 cannoni. Sotto la superficie della terra ci sono degli scavi. Mascherando l’apertura, la batteria poteva essere facilmente nascosta nell’ambiente circostante e i militari potevano trascorrere più tempo sottoterra. Sulla costa orientale del Mare Adriatico era presente un totale di 74 batterie costiere, di cui 31 era situata sulla terraferma e 43 sulle isole. L’isola con il maggior numero di batterie costiere è l’isola di Lissa (7), poi seguono le isole Curzola (Korčula) e Lussino (Lošinj) ogni con 4 batterie, le isole Brioni Maggiore (Veli Brijun) e Minore (Mali Brijun), Cherso (Cres), Zuri (Žirje), Zirona Grande (Veli Drvenik), Lesina (Hvar) e Meleda (Mljet) ognuna con due batterie.

L’autoctono vitigno croato “plavac mali” è la più importante varietà della subregione dalmata centrale e meridionale. Dato che è molto corposo, viene spesso denominato “vino selvaggio”, e deve il suo aroma particolare alla sabbia eolica che è un tipo di suolo di altissima qualità per le coltivazioni. Il vino “plavac mali” è il primo vino di origine geografica protetta nella Croazia. Grazie alle sue caratteristiche il vino “plavac” di Busi è stato riconosciuto sul mercato europeo verso la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. In quel periodo in Europa arrivò la fillossera (Dactulosphaira vitifoliae), un insetto che aveva danneggiato quasi tutti i vigneti in Europa. Fortunatamente, la fillossera si sviluppava molto difficilmente nella sabbia, cosicché i vigneti di Busi sono potuti sopravvivere alla crisi della viticoltura in Europa.

I prodotti autoctoni del territorio di Lissa e Busi sono prodotti enogastronomici. Vini di alta qualità vengono prodotti da varietà di uva autoctone, conosciute dai tempi degli antichi Greci, il vino “vugava” e “plavac mali”. I dolci con carruba fanno bene alla salute perché la pianta è ricca di calcio, potassio e vitamine B ed E. I baccelli del carrubo vengono utilizzati per la produzione di una grappa, che in croato è denominata “Rogačica”. Da fichi dolci vengono prodotte moltissime delizie dall’antichità, per esempio il dolce denominato “smokvenjak” che anche oggi viene preparato in modo tradizionale. Questo dolce è conosciuto in croato anche con il nome “hib” (proveniente dalla parola per il pane “hlib”, “hljeb” oppure per un piccolo pane “kruščić”). Scorzette di limone e arancia essiccate e polverizzate, arancini, limoncini, marmellate di arance amare e marmellate di limone sono solo alcuni esempi di ricette magiche. Inoltre, da menzionare sono diversi liquori, capperi e il finocchio marino in aceto di vino e l’insostituibile olio d’oliva.